Autore: Andrea Balzola
ISBN: 9791259551269
14 x 20 cm, 348 pagine
Anno: 2024
Collana: Assemblaggi e sdoppiamenti
Direttore di Collana: Monica Romano
Progetto Grafico: Solchi graphic design
Settantadue poesie inedite scritte tra il 1977 e il 2022. Quarantacinque anni di attraversamenti, di nomadismo tra luoghi e parole. Un diario di viaggio, che ho sempre tenuto su piccoli taccuini, scritto a mano, spesso insieme a disegni e qualche rara fotografia. Per me stesso. Una poesia narrante, compagna costante del viandante. Percorsi emotivi intimi s’intrecciano con sentieri geografici, tracce mitologiche e letterarie si mescolano a frammenti di cronaca di un tempo vissuto e collettivamente condiviso. Così involontariamente, me ne accorgo a posteriori, resta intrappolato tra i versi anche il ritratto di una generazione, quella generazione nata durante il boom economico (i cosiddetti “boomers”) e i venti dirompenti del cambiamento, cresciuta e caduta su ideali e illusioni del secondo Novecento, poi rifugiata e rifuggita, fino a diventare invisibile, nei coni d’ombra della trasformazione antropologica di fine millennio. Una generazione che non è stata risparmiata dall’insopprimibile vocazione distruttiva e autodistruttiva dell’umanità e ha vissuto la rapidità dei mutamenti, sociali, ecologici, geopolitici e tecnologici, con un’esperienza di spiazzamento continuo dei riferimenti e degli orizzonti. E forse i peggiori nemici con cui confrontarsi sono stati la crisi delle relazioni umane, il trionfo dell’ipocrisia come modello di comunicazione e del culto del denaro come parametro esclusivo della vita sociale e professionale. Nulla di nuovo d’altronde, tranne le maschere, in versione digitale. La poesia resta comunque, da sempre, visione divergente, resilienza e resistenza, lenitivo e antidoto alle mancanze e alle perdite, personali e collettive. Anche se nell’attualità opaca è il genere di scrittura meno venduto, letto, ricercato e celebrato, resta insostituibile la sua forza simbolica («ciò che permane lo fondano i poeti» scriveva Hölderlin, nella triade dei miei poeti preferiti insieme a Campana e Rilke). Una forza simbolica che sorpassa lo stesso scrivente attingendo all’archetipo. Noi apparteniamo a certe immagini poetiche più di quanto esse ci appartengano.
Ho chiesto ad alcuni amici fotografi/e che hanno letto e amato questi versi, di associare le loro immagini degli stessi luoghi alle mie parole. Non in modo descrittivo o illustrativo, ma con la libertà artistica necessaria. Ho sempre cercato il dialogo tra parola e immagine, e quindi penso che il diario di viaggio sia arricchito da questo connubio, che può essere risonanza, confronto o contrasto.
Fotografie di
Andrea Balzola, Barbara Baiocchi, Maria Teresa Carbone, Jean-Claude Chincheré, Matteo Fanelli, Roberto Goffi, Lea Gyarmati, Lorenzo Mascherpa, Paola Mongelli, Enzo Obiso, Gabriella Peyrot, Renato Sala.
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