a cura di Luca Pietro Nicoletti
ISBN: 978-88-8954-657-4
Formato 21 x 28 cm, 192 pagine a colori e in B/N
Anno: 2014
Collana: «Avanguardia primitiva» Biblioteca della Fondazione Passaré
Progetto Grafico: L'avanguardia primitiva
Verso la fine degli anni cinquanta, in un momento di grande fervore artistico e culturale per Milano, Alessandro Passaré (1927-2006), medico, inizia a frequentare il milieu di Brera, fra l’Accademia, il bar Giamaica e altri luoghi di ritrovo per i giovani artisti di allora. Scopre così l’arte contemporanea e, poco alla volta, comincia a collezionarla, diventando presto il “medico degli artisti”. Insieme alle opere egli ha infatti a cuore l’amicizia con gli artisti, di cui frequenta gli studi. Fra i molti, accanto al pittore e fotografo Orazio Bacci e ai pittori Hsiao Chin e Ho Kan, vanno ricordati Enrico Baj, Lucio Fontana e Wifredo Lam, Sergio Dangelo, che ebbe un ruolo determinante nella formazione dei suoi gusti collezionistici e il giovane Piero Manzoni, suo paziente, di cui, prematuramente, dovette stilare anche il certificato di morte.
Grazie alla frequentazione con Lam scopre l’arte africana. È l’aprirsi, per lui, di un nuovo orizzonte e l’inizio di una nuova raccolta: vende parte delle opere d’arte contemporanea per comprare l’arte primitiva. Sulle pareti della sua abitazione prende vita un dialogo fra i collage di Baj, i segni di Tancredi e le maschere africane. Ed è all’insegna di questa sinergia, mettendo in luce i lati arcaici (o ancestrali) del moderno, che si chiude il suo lungo percorso nel secondo Novecento, guardando al mondo intero a partire da Milano.
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