Autore: Velso Mucci
a cura di Alberto Alberti
ISBN: 978-88-8954-689-5
Formato 16,5 x 24 cm, 264 pagine B/N
Anno: 2015
Collana: Critica militante
Direttore di Collana: Fabio Vittucci
Progetto Grafico: Solchi graphic design
È stato fino in fondo un uomo del suo secolo, Velso Mucci, e del suo secolo, che fu detto il Secolo Breve per la parabola tesa e bruciante, egli ha incarnato sia le tensioni e le contraddizioni storico-politiche sia le attitudini espressive, complesse e polimorfe, che associano filosofia e poesia, engagement e vocazione artistica: un poeta, non esclusivamente né rigorosamente, ma essenzialmente un poeta, nel senso di una percezione del reale che da un personale nucleo emotivo sapeva diramarsi in pensiero e riflessione sui destini generali, questo è stato Velso Mucci. La sua opera, a lungo rimasta sottotraccia e a rischio di oblìo, ricompare a cadenza e torna a interrogarci come possono soltanto le forme compiute (in sé concluse, sensate) nonostante una longeva dispersione e la natura centrifuga di un immaginario che si apriva in momentanei stati di equilibrio, per frammenti e interiezioni, ma tornava di continuo a sé stesso per fortificarsi o irrorarsi di realtà (l’asperrima, cruenta realtà del proprio tempo) e dunque per attingere una verità che non fosse soltanto la sua: semmai, come vollero gli antichi poeti, essa diveniva pane e cibo di molti, perché quando Mucci dice di sentirsi appena un italiano del ‘900 in realtà ci sta dicendo di sentirsi solamente un uomo del tempo che gli è dato, cioè un uomo-massa, un singolo io gettato nel mondo che tre secoli di capitalismo hanno reso di tutti e di nessuno, un pidocchio o un astuto parassita della sua classe sociale, la borghesia, come amava definirsi ed era ancora un modo di dirsi poeta senza affatto proclamarlo.
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