Autore: Elisabetta Papone, Sergio Rebora
ISBN: 978-88-99473-32-7
Formato 24 x 33 cm, 352 pagine a colori e in b&n
Anno: 2016
Collana: Esposizioni immaginarie
Progetto Grafico: Vivere d'immagini
Nell’ottobre del 1839, all’indomani dell’invenzione della fotografia, a Genova viene messa in commercio, in lingua originale, la prima edizione italiana del manuale descrittivo del nuovo procedimento elaborato da Louis-Mandé Daguerre, pubblicato a Parigi nell’estate di quell’anno. Da quel momento la città diventa meta di dagherrotipisti itineranti – inizialmente di nazionalità francese (come Alphonse Bernoud) e svizzera – e, soprattutto dopo il 1860, sede di sempre più numerosi stabilimenti fotografici al servizio di una clientela in progressivo aumento. Oltre che ritratti, dapprima in formato carte de visite e cabinet raccolti in album, secondo una prassi divenuta immediatamente fenomeno di moda, i fotografi attivi a Genova producono immagini di sculture e dipinti usciti dagli atelier dei molteplici artisti operanti in loco, a cominciare dai monumenti destinati al celeberrimo Cimitero di Staglieno. Inoltre, le straordinarie attrattive artistiche e paesaggistiche della città e delle Riviere, visitate dal turismo internazionale dell’epoca, stimolano la produzione seriale di vedute, che trovano nelle fotografie di Alfred Noack, di origine tedesca, il loro apice qualitativo. Mentre a cavallo tra Otto e Novecento tre studi – quelli di Ernesto Rossi, di Achille Testa e dei fratelli Gigi e Carlo Sciutto, figli di Giovanni Battista – si contendono il primato della committenza (tra cui i divi del tempo come Eleonora Duse ed Ermete Zacconi) sullo sfondo di una Genova rinvigorita dallo stimolo dei commerci e delle imprese e rinnovata dall’impronta dell’architettura modernista, si moltiplicano i negozi di apparecchiature e materiali fotografici, tra cui la ditta Ippolito Cattaneo che pubblica anche numerosi manuali alla cui compilazione partecipa anche un tecnico di eccezione come Alfredo Ornano. Negli anni tra le due guerre, quando con l’annessione di molteplici comuni limitrofi nasce la “grande Genova” (1926), con il definitivo tramonto degli atelier fotografici tradizionali di impronta ottocentesca, si affermeranno nuove modalità operative e formali, in sintonia con le mutate esigenze della società.
Sostenuto da un articolato saggio di Elisabetta Papone, che identifica e mette a fuoco alcuni momenti salienti della storia della fotografia a Genova, il volume comprende un repertorio di oltre 600 nominativi di fotografi e venditori di fotografie, apparecchiature e materiali fotografici attivi in città e nelle località poi entrate a far parte del suo territorio comunale: le singole voci biografiche sono frutto di una ricerca filologica condotta quasi interamente su fonti di prima mano, a cominciare dalle interessanti e vivaci testimonianze fornite dalla stampa dell’epoca e dai preziosi documenti conservati presso gli archivi dello Stato Civile e della Camera di Commercio. Accompagna il volume un ricco corredo di immagini, scelte tra i materiali appartenenti alle principali istituzioni culturali genovesi e tra quelli messi generosamente a disposizione da raccolte private, in prevalenza inedite.
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