a cura di Massimiliano Caldera e Cecilia Castiglioni
ISBN: 979-12-5955-161-0
24x28cm, 176 pagine
Anno: 2024
L’intervento di restauro ministeriale sulle sculture della cappella di Cristo al tribunale di Erode al Sacro Monte di Varallo, richiesto dalla situazione conservativa e avviato nel 2018, è stato l’occasione per affrontare, da più punti di vista, lo studio di uno tra i passaggi principali della vicenda figurativa del santuario: in questa e in un piccolo gruppo di altre cappelle troviamo, infatti, al lavoro il più celebre degli artisti valsesiani del Seicento, Tanzio da Varallo, insieme con il fratello, Giovanni d’Enrico.
Tornato in Lombardia intorno al 1616 da un viaggio a Roma e a Napoli, con uno straordinario bagaglio di esperienze che non si limitano solo alla ricezione di Caravaggio ma includono una più ampia riflessione sulle novità e sui testi classici presenti nell’Urbe, Tanzio è convocato per imprimere una svolta al cantiere e, nel contempo, per ritrovare quell’unità formale e semantica tra pittura, scultura e architettura alla base della lezione di Gaudenzio Ferrari e del concetto stesso di Sacro Monte.
Le indagini portate avanti dal gruppo di ricerca che si sono accompagnate a una costante riflessione sui dati emersi nel corso dei restauri, hanno così consentito un nuovo percorso di lettura di questa e delle altre cappelle dove troviamo al lavoro la bottega dei d’Enrico nel suo momento di più alta e importante forza creativa.
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