Autore: Alessandro Morandotti
ISBN: 978-88-99473-20-4
Formato 165 x 230, 80 pagine, immagini a colori
Anno: 2017
Collana: Una sola opera
Direttore di Collana: Fabio Vittucci
Progetto Grafico: Solchi graphic design
La Canestra di frutta di Caravaggio conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano è un dipinto celebre e di autografia accertata anche se per alcuni aspetti ancora misterioso. La sua data di esecuzione dovrebbe collocarsi poco dopo la metà dell’ultimo decennio del Cinquecento, quando il pittore viveva a Roma. Negli studi si discute animatamente ancora oggi se essa debba essere considerata un puro pezzo di bravura o invece nasconda complessi significati allegorici, come la dignità del suo antico possessore suggerirebbe di pensare. Il quadro infatti, almeno dal 1607, è documentato nella collezione del cardinale Federico Borromeo (1564-1631) e, dal 1618, fa parte del nucleo di dipinti donati dall’allora arcivescovo di Milano ad uso dell’Accademia Ambrosiana, fondata in quell’anno per educare i giovani artisti attivi nella diocesi da lui governata. Sarà utile per questo guardare attentamente il dipinto seguendone nel contempo la relativa fortuna in area lombarda, territorio in cui prese avvio, in anni precoci rispetto al panorama europeo, la storia della natura morta come genere autonomo.
Alessandro Morandotti, professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Torino. Per Scalpendi ha curato anche “Le isole incantate. Vedute dei domini Borromeo da Gaspar van Wittel a Luigi Ashton” (2015), “Scambi artistici tra Torino e Milano 1580-1714” (2016), “Scambi artistici tra Torino e Milano. 1580-1714. Cantiere di studio” (2018), e come autore “Caravaggio e Milano. La Canestra dell’Ambrosiana” (2017),
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